Scuola cattolica: 50.613 insegnanti, il 61,8% credente e praticante. “Utile un percorso formativo post-universitario”

Sono 50.613 gli insegnanti in servizio nelle scuole cattoliche italiane: oltre 23mila, negli istituti d’infanzia; oltre 12mila nella primaria; oltre 7mila nella secondaria di primo grado e più di 7.500 nella secondaria di secondo grado. Lo rivela il XXII Rapporto sulla scuola cattolica in Italia, realizzato come ogni anno dal Centro studi per la scuola cattolica (Cssc) della Cei sulla base dell’elaborazione dei dati forniti dal ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, intitolato “Chiamati a insegnare” e presentato oggi nel corso di un webinar. Nella seconda parte del Rapporto sono presentati i risultati di una ricerca empirica su un campione di 4.606 insegnanti di scuola cattolica in relazione a formazione, motivazione professionale e appartenenza religiosa. Dall’indagine emerge la consapevolezza di dover essere anzitutto educatori e costituire un esempio per i propri alunni; prevale tuttavia un’immagine “laica” dell’insegnante, non solo per la condizione ecclesiale della assoluta maggioranza dei docenti (84,5%), ma anche per lo stile educativo “che solo in una minoranza di casi è caratterizzato dall’esplicitazione della propria fede e dalla proposta della fede cattolica come risposta alle domande degli alunni”, si legge nell’indagine. Il 61,8% dei docenti può essere definito credente e praticante, il 19,8% si definisce credente ma non praticante, i restanti hanno una religiosità personale e solo pochissimi non hanno una posizione religiosa. Quanto agli studi universitari, il 74,3% ha studiato in un’università statale, il 15,8% in un’università cattolica, il 5,1% in un’università ecclesiastica. Massimo gradimento per studi e formazione ricevuta per le università ecclesiastiche (71,6%), elevato per quelle cattoliche (53,9%), minore per le statali (30,9%). Alla luce di questi risultati viene messa in evidenza “l’utilità di un percorso formativo post universitario che prepari proprio all’insegnamento nelle scuole cattoliche, per assicurare quella mediazione che ogni insegnante dovrebbe sapientemente assicurare tra la fede della Chiesa e i contenuti delle diverse discipline”.

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