Natale 2020: Terni, messa per i lavoratori di Acciai speciali. Il vescovo Piemontese, “tante attività e imprese in crisi, auspico soluzioni soddisfacenti”

“Nel nostro territorio sono tante le attività e le imprese in crisi; sono vive, aperte e dolorose le ferite di vertenze sindacali il cui esito sembra avere un epilogo sconfortante. Pensiamo alla situazione della Treofan, alla Sangemini per citare le più emergenti. A tutto il mondo del lavoro intendiamo manifestare la nostra solidarietà e per loro invochiamo la misericordia del Signore ed esprimiamo l’auspicio di soluzioni soddisfacenti”. Lo ha affermato ieri il vescovo di Terni-Narni-Amelia, mons. Giuseppe Piemontese, nella celebrazione in preparazione al Natale che ha presieduto per i lavoratori dell’Acciai Speciali Terni e i loro familiari.
Diversamente dal solito, quest’anno la messa non è stata celebrata in fabbrica ma in cattedrale “non solo per rispettare le norme di contrasto al Covid, ma per sentire l’abbraccio di questa madre, la Santa Madre Chiesa, che – ha spiegato il vescovo – vuole far percepire la presenza e vicinanza al mondo del lavoro, alle loro famiglie in questo tempo particolare di ristrettezze, paure, malattia, sofferenze e anche disagi economici e di disoccupazione”.
Dopo aver ricordato le parole pronunciate da San Giovanni Paolo II nella storica visita alle Acciaierie e a Terni il 19 marzo 1981, mons. Piemontese ha sottolineato che “oggi siamo qui per affidarci al Signore e trovare nel mistero del Natale ragioni di conforto, di speranza e di forza per navigare, insieme, sulla stessa barca, verso un porto di salute, benessere e riscatto”. “Mentre il mondo intero e anche noi trascorriamo i giorni e le feste di Natale nel pieno dei guasti umani e morali, provocati dalla pandemia del Coronavirus, la scienza e la politica hanno promesso un messia, che dovrebbe salvare l’umanità: il vaccino antiCovid-19”, ha proseguito il vescovo. “Molti saggi ci dicono che ciò non è sufficiente poiché non si tratta di una malattia isolata, occorre considerare anche le molte altre malattie dell’umanità, che provengono purtroppo da questo nostro mondo malato: per esempio lo squilibrio ecologico, le difficili relazioni umane, civili, economiche e sociali tra gli individui e i popoli, per non parlare della confusione nella dimensione etica dell’essere umano”. “Per queste malattie non basta il vaccino antiCovid-19”, ha evidenziato mons. Piemontese, ammonendo: “Se non cambiano gli stili di vita, le abitudini e l’orgogliosa convinzione di un progresso all’infinito, di una libertà senza limiti, di egoismi temerari, l’umanità resterà sempre a rischio pandemia e in balia di trasformazioni catastrofiche”.

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