RnS: 44ª Conferenza nazionale animatori. Virgili (biblista), “Dio è nel respiro di ogni Ecce homo”. Mons. Peri (Caltagirone), “la vita non è una pretesa”

Si è conclusa ieri la 44ª Conferenza nazionale animatori online promossa dal Rinnovamento nello Spirito Santo. Nella seconda giornata di lavori a portare un saluto all’assemblea connessa virtualmente è stato mons. Giampietro Dal Toso, presidente delle Pontificie Opere Missionarie e segretario aggiunto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli: l’augurio è che “le esperienze di fede che vivete nelle vostre comunità vi aiutino ad immergervi nella misericordia del Cristo ed esserne testimoni”. La sessione del mattino ha visto come relatrice la biblista Rosanna Virgili, docente di Esegesi dell’Antico Testamento presso l’Istituto Teologico Marchigiano. “Bisogna entrare nella notte dell’umano – ha esordito – per scoprire il sole di Dio e guardare a quel Gesù descritto nel Vangelo di Giovanni (‘Ecce homo’), esposto al pubblico nella sua cruda nudità. Dio è bellezza, eppure il figlio del falegname Giuseppe è ora sfigurato. Nella sua venuta al mondo, c’è tutta la fragilità umana del Cristo che si rivela proprio in quelle parole di Ponzio Pilato, ‘Ecco l’uomo’. Nonostante la sua innocenza, Gesù sarà punito, per acconsentire la folla, e affronta la solitudine dell’ingiustizia fatta di condanne senza prove; Gesù risponde con la mitezza e il silenzio alla violenza e alle false accuse contro di lui. Come possiamo vedere lo splendore di Dio, allora, in questo povero uomo messo in croce, abbandonato anche dai suoi e lasciato solo a salire il calvario, subendo l’umiliazione fino alla morte dopo lunghissima agonia? Gesù dovette morire per soffocamento, proprio come i malati Covid: per fame d’aria. Oggi si somministrano i sedativi, al Cristo come antidolorifico diedero una spugna imbevuta d’aceto”. La biblista ha aggiunto: “Dio è nei corpi umanissimi e sofferenti di chi sfugge alle guerre, dei corpi abbandonati in mare e in quelli che incrociamo nel nostro quotidiano, abbrutiti dalle vicende della vita. Dio è nel respiro di ogni ‘Ecce homo’ e chi lo volesse cercare questo nostro Dio lo troverebbe dove sono gli scarti umani e le periferie sociali che reclamano di esistere”.
Con un messaggio video registrato è intervenuto anche mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, colpito da coronavirus nella prima ondata e costretto al ricovero ospedaliero. “A distanza di alcuni mesi benedico quell’esperienza che mi ha permesso di capire molto. Nel distanziamento tra noi e gli altri e nella solitudine sperimentiamo il silenzio, tramite cui guardare ad alcuni aspetti che ci permettono di cogliere un insegnamento positivo da questa pandemia, a partire da stili di vita nuovi. Questo tempo mi ha regalato una grande scoperta e ridato uno ‘smalto’ originario: la vita non è una pretesa o un’abitudine, tutto è dono, nulla è scontato”, ha affermato il presule. Leonardo Becchetti, economista e saggista, ha parlato del “tema della fraternità”: “Se guardiamo al nostro corpo sociale, emergono chiare priorità: povertà, sostenibilità ambientale, calo demografico e ricerca del senso del vivere. Dobbiamo mettere al centro la generatività nella vita sociale ed ecclesiale, per favorire il bene comune, quale ‘respiratore’ della nostra contemporaneità. Sta a noi, dunque, organizzare la speranza”.

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