Sinodo dei vescovi: servono “politiche favorevoli all’accoglienza”, “vigilanza contro il traffico di persone”

Il XV Consiglio ordinario della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi, presieduto da Papa Francesco, riunito a Roma il 6 e il 7 febbraio, ha riflettuto, tra le altre cose, “sulle conseguenze del fenomeno migratorio in atto in diverse regioni del pianeta”. Lo riferisce oggi la Sala Stampa della Santa Sede. “A causa di guerre, ineguaglianze economiche, ricerca di lavoro e di terre più fertili, persecuzione religiosa, terrorismo, crisi ecologica, moltissime persone sono costrette a spostarsi da un Paese all’altro. Gli effetti sono spesso devastanti”, si legge nel comunicato: “Le persone sono disorientate, le famiglie distrutte, i giovani traumatizzati, e quanti sono rimasti a casa indotti alla disperazione. Talvolta tali persone patiscono in campi-profughi e alcune addirittura finiscono in prigione. Donne e giovani sono costretti a prostituirsi; vengono abusati fisicamente, socialmente e sessualmente. I bambini sono separati dai genitori e privati del diritto di crescere nella sicurezza di una famiglia unita”. Di fronte a ciò, il Consiglio del Sinodo ricorda che “la Chiesa, mentre deplora le ragioni che causano un così massiccio movimento di persone, è chiamata a offrire conforto, consolazione e accoglienza a tutti coloro che stanno soffrendo in un modo o nell’altro”, in quanto “si identifica con il povero, il piccolo e lo straniero, considerando parte della sua missione profetica l’impegno a levare la voce contro l’ingiustizia, lo sfruttamento e la sofferenza”. La Chiesa “apprezza, al tempo stesso, i governi e le organizzazioni non governative che mostrano interesse e si stanno impegnando ad aiutare quanti sono costretti a spostarsi”, si legge ancora nella nota: “Sostiene coloro che stanno cercando di avviare politiche favorevoli all’accoglienza di queste persone nelle loro comunità. Auspica che i governi locali affrontino le situazioni che costringono le persone a lasciare la loro casa. Domanda vigilanza contro il traffico di persone e impegno a promuovere la fine dei conflitti che provocano tanta sofferenza”.

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