Un sospiro di sollievo ha unito tutta la comunità dei fedeli di tutta la nostra diocesi quando nel tardo pomeriggio di sabato 29 è giunta notizia che era stato scongiurato il pericolo di un prolungamento della chiusura delle chiese anche alla domenica da parte della Regione. In effetti in Piemonte la presenza di contagi era attualmente minima e tutti i vescovi delle 17 diocesi hanno dovuto esprimere con forza la loro contrarietà ad una decisione negativa che stava per esser presa da parte delle autorità civili, manifestando l’incomprensione di una rigidità verso la Chiesa mentre Centri commerciali e palestre non avevano restrizioni.
Molto fermo anche il nostro vescovo mons. Gianni Sacchi, con l’appoggio di tutti i sacerdoti e i fedeli.
Alla fine la Regione ha dato ascolto ai vescovi, ma burocraticamente accompagnando l’autorizzazione con le precedenti norme prudenziali (non dare il segno di pace, comunione solo in mano e svuotamento delle acquasantiere) e l’obbligo di contingentare gli ingressi nelle chiese e osservare la distanza di almeno un metro tra le persone. Così ha lasciato ai parroci e ai vescovi eventuali responsabilità di norme difficilmente applicabili.
In tutte le parrocchie il 1° marzo, prima domenica di quaresima, chiese gremitissime, molta devozione e imposizione delle ceneri fatta dai celebranti anche con l’aiuto di laici preparati.
Si è iniziata la raccolta per i poveri e la Quaresima di Fraternità.
Anche in cattedrale la S. Messa delle 18 celebrata dal vescovo con alcuni canonici è stata molto partecipata. Mons. Sacchi esponendo la trattativa con la Regione, ha ricordato la testimonianza dei 49 martiri di Abitene nel 304 quando la Chiesa era perseguitata, ed erano stati processati dopo esser stati sorpresi a celebrare l’Eucaristia, ed al magistrato che li esortava a lasciare la pratica cristiana per aver salva la vita, affermavano che “senza la domenica non possiamo vivere”. Ha concluso il vescovo: “Quando una cosa ci viene tolta ne sentiamo l’importanza. Forse anche questa momentanea privazione ci fa ripensare al dono della presenza del Signore Gesù nell’eucaristia che abbiamo così generosamente e abbondantemente in ogni momento. Come la salute che diventa preziosa quando è compromessa”.
(*) direttore “La Vita Casalese” (Casale Monferrato)

