
Finita la campagna elettorale regionale (se mai potrà finire da noi una campagna elettorale), l’attenzione può focalizzarsi ora sui possibili risultati del World Economic Forum di Davos, concluso il 24 gennaio. L’argomento di quest’anno è stato “Stakeholder per un mondo coeso sostenibile”. Al centro delle considerazioni c’è stata la problematica del cambiamento climatico che sta causando danni alle economie e fughe di migliaia di persone dalle loro terre per la ricerca di condizioni migliori di vita. Hanno partecipato al forum oltre 50 capi di Stato e 600 esponenti delle élites mondiali. I media hanno raccontato le visioni opposte di Greta Thunberg e del presidente americano Donald Trump. Questo, preoccupato di dichiarare il primato degli Usa, ha accusato Greta di essere catastrofista e di turbare lo sviluppo economico. Greta, a sua volta, ha affermato che oggi “c’è una maggiore consapevolezza e il cambiamento climatico è diventato un tema ‘caldo’. Ma le emissioni di Co2 non sono state ridotte”. E, ancora, che “le persone muoiono a causa del cambiamento climatico”. L’introduzione ai lavori intendeva esaminare l’opportunità di superare il modello del “capitalismo degli azionisti” finalizzato alla massimizzazione dei profitti, e anche quello del “capitalismo di Stato”, in cui i governi entrano nella gestione dell’economia. La terza via è quella del “capitalismo delle parti interessate”, gli stakeholder appunto. Nel mondo cattolico si sostiene l’economia civile, che abbraccia anche la green economy. Quella economia si basa sui principi di reciprocità, fraternità e gratuità, che la pongono in alternativa all’economia capitalistica. Nella Centesimus annus, e più ancora nella Caritas in veritate, ci sono gli elementi di questa impostazione. Nel messaggio inviato al prof. Klaus Schwab, direttore del Forum, papa Francesco ha ripreso i temi dei suoi predecessori, ricordando che “siamo tutti membri dell’unica famiglia umana”, e che abbiamo “il dovere morale di prenderci cura gli uni degli altri”. Ha ricordato i cambiamenti nel mercato del lavoro, nella tecnologia digitale e altro. “Molti di questi sviluppi hanno recato beneficio all’umanità, mentre altri hanno avuto effetti negativi”. Questi ultimi sono dovuti alle visioni utilitariste, che “vedono gli altri come il mezzo per raggiungere un fine”. Ha poi indicato l’obiettivo dell’ecologia integrale dettata dall’interconnessione di tutto il pianeta, e ha raccomandato la necessaria solidarietà con i più poveri, le prime vittime del deterioramento climatico.
Direttore “Il Momento” (Forlì)